"Il fatto che la comunità sia sempre presente nella vita di tutti i giorni ci fa sentire sicuri. Non è qualcosa di fluido, di liquido. Non ci abbandona mai e non ci fa sentire soli. Ogni qualvolta che ne abbiamo bisogno, la comunità a cui apparteniamo è sempre lì ad aspettarci e questo ci dà conforto". (Zygmunt Bauman).

giovedì 22 ottobre 2009

Intervista a Giacomo La Franca per «Il settimanale di Bagheria»


Pietre Cadute (310 pagine, 15 euro, Eclissi Editrice) è il romanzo d’esordio di Giacomo La Franca, originario di Realmonte, in provinvia d’Agrigento, ma residente a Milano da diversi anni. Il romanzo si snoda contrapponendo la vita del protagonista, ora durante i ribelli anni universitari, ora da sposato con moglie e figlia al carico e impiegato in un grande azienda del marketing a Milano. Quella di La Franca è una storia intensa, carica di emozioni e riflessioni, resa leggera e scorrevole da un linguaggio ironico e da dialoghi aperti, dove l’incertezza del protagonista, Paolo, per il futuro, ci rivelano piccole sorprese e continue fughe, con l’obiettivo di riportare indietro una parte di sé perduta nel tempo e nella quotidianità, che sembra essere l’unico vero giudice di vita.
L’autore siciliano, davanti una tazza fumante di caffè in un bar di Milano, mi ha concesso l’onore di poter porgli delle domande e scambiare così pareri e timori di un’arte, quella della scrittura, in continua evoluzione e che subisce i ritmi frenetici della nostra era, ma che non smette di perdere il suo fascino e soprattutto non smette di rilasciare emozioni agli appassionati.


Come nasce una storia? Viene fuori prima il titolo che ispira la storia o nasce prima l’idea del racconto?
Il materiale “grezzo” di una storia, nasce sempre dal tuo vissuto, da ciò che vedi e che hai sentito. Poi è la fantasia il vero artigiano che affina, elabora e costruisce un racconto, nel mio caso un romanzo.
Sicuramente nasce prima l’idea del racconto, il titolo è accessorio, “Pietre cadute” si è chiamato per due anni “Barcellona” ed è stato un mio amico a farmi notare che poteva essere scambiato per una guida turistica, il che forse avrebbe contribuito alle vendite.
Chi scrive ha sempre dei piccoli riti o abitudini che segue regolarmente. Le tue quali sono, se ne hai?
Io ho fatto di necessità virtù. Avendo moglie, figlia e una cagnolina in genere scrivo di notte quando “le mie donne” dormono. Alle ventitrè circa mi faccio un caffè doppio e m’immergo nella scrittura per due, tre ore. Ovviamente la sveglia del mattino è un castigo divino.
Cosa vuoi rappresentare con il passaggio del protagonista di “Pietre cadute” da studente modello a vero rinnegato universitario?
In realtà il protagonista ha una metamorfosi molto più complessa, determinata dal fatto che non sa bene ciò che vuole e comincia a crescere dentro di lui la necessità di trovare una propria identità che è distante dalle aspettative stereotipate dei suoi genitori.
L’amicizia nel libro rappresenta un valore fondamentale, ma per La Franca cos’è veramente l’amicizia?
Sicuramente l’amicizia è una forma d’innamoramento a volte più sottile e meno cruento dell’amore per una donna, dove giocano ruoli importanti e devianti, il senso del possesso e della gelosia, molto di più che nell’amicizia.
Quando finisci di scrivere un libro sei pienamente soddisfatto o c'è sempre qualcosa che cambieresti?
Se potessi riscrivere o modificare “Pietre cadute” lo farei subito. Non si è mai soddisfatti pienamente perché quando il tuo romanzo è già nelle librerie tu intanto sei cambiato e alcune cose dentro di te sono diverse e per certi versi non coincidono più pienamente con ciò che sei dopo la pubblicazione. Per questo molti scrittori non rileggono mai i romanzi che hanno scritto.
Cosa significa essere scrittore oggi e come si fa diventarlo?
Essere uno scrittore in Italia oggi è prendere coscienza del fatto che molto difficilmente vivrai di questo lavoro e quindi se scrivi è perché ami farlo senza contropartite. Alla domanda “come diventarlo?” non so proprio rispondere, anche perché bisogna capire quando lo si diventa. Magari quando hai pubblicato con una casa editrice? Quando hai venduto un numero cospicuo di copie? Un premio letterario… non so. Forse quando uno sconosciuto/a che ti ha letto ti scrive dicendoti che gli hai regalato emozioni, sorrisi e una lacrima, ed io ho avuto la fortuna di ricevere più di una mail dai miei lettori con i ringraziamenti per le emozioni provate all’interno delle pagine di “Pietre cadute”.
Se la tua scrittura fosse accompagnata dalla musica, quale genere sarebbe?
Sarebbe sicuramente rock in tutte le sue declinazioni!
Progetti letterari in cantiere?
Sto lavorando su un noir ambientato tra il lago di Como (ad alcun scrittori ha portato fortuna questo lago) e le valli del Ticino. Spero di poterlo dare alle stampe in primavera.

mercoledì 14 ottobre 2009

THIRST a poetry of Keko Kresina


When thirst is my deprived sense
I tell of travels far from west
when you and I ate love all day
in a reality devoid of right
you smelled of blood
drinking your raw years away
I never think of you unless
thirst brings back that uncooked sense
when you asked – does the silver moon
light our path back to the west
the wisest lie I ever told you
was a promise I was being honest
I'm back to where everything sounds
and night talks don't deceive
where the sun reminds me of another
where my needs are of higher class
and the only memory of you
is thirst for your unripe lion eyes

giovedì 8 ottobre 2009

HERTA MULLER vince il Premio Nobel 2009 per la letteratura


"Con la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il panorama dei diseredati", questa è la motivazione con cui la scrittrice rumeno tedesca Herta Müller ha vinto il premio Nobel 2009 per la letteratura.

Nelle sue opere ha rappresentato gli aspetti più crudi del suo ambiente (la miseria e l'arretratezza culturale della minoranza tedesca del Banato) e della situazione politico-sociale della Romania durante gli anni bui del regime di Ceausescu, con un riferimento particolare alla disperata condizione delle donne costrette a subire oltre al giogo politico, anche il ricatto sessuale che veniva comunemente praticato all'interno delle fabbriche.

giovedì 1 ottobre 2009

Prefacio de: “El chico con un karma extraño”

He leído muy cuidadosamente una nueva novela de Daniele D’Agostino, un joven escritor siciliano, que sabe como mezclar ficción y realidad.
Alberto es el nombre del protagonista de “El chico con un karma extraño”: es un joven chico siciliano que desconforme con su vida y con no muy buena relación con su familia y amigos, decide mudarse desde su isla a Milán, donde un viejo amigo suyo, le acoge. Pero la ciudad no es el cielo que Alberto esperaba encontrar, porque ofrece mucho entretenimiento y Milo ha cambiado, pero su amistad con Alberto todavía permanece sincera.
Alberto cae en una crisis existencial, intentando luchar contra la vida. Patrizia, una chica que conoció una noche por casualidad, decide llamarle “chico karma”, porque se ella se da cuenta que cada cosa que él hace o cada comportamiento que tiene no viene marcado por su destino. Alberto es listo, sabe diferenciar el bien del mal, y sufre por los amigos que están pasando malos momentos en sus vidas.
Esta novela es una mezcla de acontecimientos, sufrimientos, incertidumbres y violencia, situada en una ciudad donde el protagonista no da demasiada importancia a tomar decisiones sobre su vida futura, está distraído por el complicado universo femenino compuesto por Patrizia, Federica y Lara.
La lectura de esta novela es muy interesante y emocionante porque el escritor sabe como involucrar a los lectores con un estilo fácil, utilizando muchas palabras de la jerga juvenil. Alberto también quiere borrar su pasado, pero retorna pronto: su nombre es Lara. Ella es su mejor amiga de siempre que vive en Milán, y juntos intentan encontrar la felicidad en algún sitio.
Esta novela, al igual que la anterior llamada “Espíritu libre” nos enseña las pequeñas partes del escritor, que piensa que viajar es necesario para el alma, pero también la amistad, felicidad, solidaridad y el amor a los amigos. Todas estas cosas son esenciales para D’Agostino, porque le dan la inspiración para su escritura, y tiene que ser considerado como una gran herencia para todos nosotros.

(prefacio realizada por Giucar Marcone)
(traduccion realizada por Ines Martinez Albes)